Titolo: Una perfetta sconosciuta

Autore: Alafair Burke

Casa editrice: Pickwick

Genere: Thriller

Anno di pubblicazione: 2017

Pagine: 432

 

TRAMA

 

Immagina che la polizia arrivi a casa tua e ti mostri una foto in cui tu – con i capelli di quel tuo rosso inconfondibile, il tuo cappotto blu – stai baciando un uomo. Peccato che quell’uomo sia stato trovato morto trentuno ore prima, e tu non ricordi di averlo mai baciato. Anzi, lo conoscevi appena. Era il tuo nuovo capo, l’uomo che ti aveva dato in gestione la galleria per conto di un misterioso proprietario. Il lavoro dei tuoi sogni: ti era sembrato troppo facile, troppo bello per essere vero. Eppure tutto era andato liscio, la galleria esisteva davvero, avevi firmato un contratto regolare. Adesso, però, guardando quella foto capisci che non c’era niente di regolare. Niente di facile. Perché là fuori qualcuno sta cercando di incastrarti, anche se non riesci a immaginare il motivo. Qualcuno che sa molte cose di te. E che forse ti è molto vicino… In questo thriller in cui nulla è come sembra, Alice Humphrey vede crollare intorno a sé, come un castello di carte, ogni certezza. Compresa quella più importante: la sua stessa innocenza.

 

RECENSIONE

 

Cari amici lettori, quest’oggi non una ma ben due recensioni 😊 Ebbene sì, oggi si conclude la challenge mensile di perse fra le righe, la quale consisteva nel leggere il libro dell’autore preferito della tua amica; nel mio caso il libro consigliatomi da Annalisa è “Una perfetta sconosciuta” di Alafair Burke.

Conoscevo l’autrice ma non avevo mai letto nulla di suo, quindi ho apprezzato la scelta della mia partner in crime. Su questo libro riponevo molte aspettative, speravo davvero che mi potesse piacere, anche se forse piacere non è il termine adatto. Come potrete capire, non sono rimasta molto soddisfatta da questo thriller, intendiamoci non è assolutamente un libro da scartare, alla fine la lettura è stata piacevole, anche se a volte sono stata tentata ad abbandonarla, purtroppo però l’ho trovato un libro banale e molto scontato. Purtroppo l’aver un ottimo stile di scritture non coincide con lo scrivere un ottimo libro.

In questo racconto troviamo Alice Humphrey figlia di un famoso regista cinematografico e di un ex attrice, che dopo mesi di disoccupazione e con l’autostima praticamente inesistente, durante un vernissage conosce l’affascinante Drew Campbell che le offre il lavoro dei suoi sogni: la direzione di una galleria d’arte per conto di un misterioso proprietario. Purtroppo però, dopo soli tre giorni dall’innagurazione della galleria, Alice, inciampa (letteralmente) nel cadavere del fantomatico Drew Campbell all’interno della galleria. La situazione già complessa di suo, viene ulteriormente complicata da una fotografia nella quale Alice, con i suoi inconfondibili capelli rossi, sembra baciare Drew, l’uomo che aveva giurato alla polizia di non conoscere.

Nel frattempo nel New Jersey, una ragazza di quindici anni Becca Stevenson sembra essere scomparsa. Figlia di Joann, ragazza madre, Becca è una ragazzina normale alle prese con i tipici problemi adolescenziali e a quanto pare vittima di bullismo da parte dei suoi coetanei del liceo.

All’interno del libro troviamo quindi due indagini parallele, saranno queste collegate tra loro?

Un altro personaggio importante all’interno del racconto è Hank Beckman, agente del FBI, che ha un conto in sospeso con il colpevole della morte di sua sorella Ellen, ed sta pedinando Travis Larson.

“…un’immagine vale più di mille parole.”

La trama è abbastanza accattivante, tre storie intrecciate tra loro, che dovrebbero rendere la lettura complessa e intricata, il lettore dovrebbe avere un po’ di difficoltà nel cercare di risolvere il mistero. Purtroppo non è quello che è capitato a me, avrei potuto benissimo leggere l’inizio e andare subito alla fine per capire semplicemente che avevo azzeccato su ogni cosa.

Il pov è esterno, abbiamo quindi un narratore esterno che ci presenta i vari personaggi, ne esprime sentimenti e paure. Riguardo i personaggi non ho molto da dire, l’autrice è stata molto brava nella loro caratterizzazione, certo avrei preferito una maggiore caratterizzazione psicologica, in particolar modo per alcuni.

Il personaggio portante per tutta la storia è bene o male quello di Alice…credo ancora di non aver metabolizzato il suo personaggio, non capisco se mi è piaciuto o meno, al momento sono tra l’amore e l’odio, sotto certi aspetti mi è piaciuto, sotto altri invece l’ho trovato poco coerente soprattutto molto confuso.

Riguardo la narrazione non ho nulla da ridire, anzi, è grazie a questa e allo stile di scrittura sempre incalzante che sono riuscita a portare a termine la lettura.

Il libro è sicuramente apprezzabile, per chi avesse voglia di leggere un thriller molto molto leggero questo è sicuramente adatto.

Una thriller apprezzabile ma non uno dei migliori, a mio avviso, l’autrice ha voluto mettere troppa carne al fuoco…l’idea c’è ed è anche molto bella ma secondo me non è stata sviluppata a dovere ed è questo che l’ha fatta cadere nel banale.

Nonostante ciò voglio comunque dare un’altra opportunità a questa autrice, quindi spero di avere l’occasione di leggere un altro suo libro, magari stupendo tanto da farmi cambiare del tutto idea.

Buona lettura!

Voto:

2.3/5

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