Titolo: Sangue freddo
Autore: Robert Bryndza
Casa Editrice: Newton Compton editori
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 352
TRAMA
Sulle rive del Tamigi viene ritrovato il corpo martoriato di un ragazzo. La detective Erika Foster è scioccata dalla macabra scoperta, tanto più che c’è un precedente, un omicidio altrettanto brutale… Due settimane prima, infatti, in una valigia identica era stato rinvenuto il corpo di una ragazza. Che cosa collega le due vittime? Erika e la sua squadra si mettono al lavoro e i loro peggiori timori trovano presto conferma: c’è uno spietato serial killer in circolazione. E va fermato al più presto. Ma proprio quando l’indagine comincia a fare emergere una pista promettente, Erika subisce una violenta aggressione che la costringe a un riposo forzato. Un inconveniente che, insieme ai problemi della sua disastrosa vita privata, rischia di distoglierla dalla caccia all’uomo. La conta delle vittime non si ferma, ed Erika non ha scelta: deve tornare al lavoro e trovare l’assassino il prima possibile. Perché qualcuno che è molto vicino a lei potrebbe essere in pericolo. Riuscirà a salvare la vita di altri innocenti prima che sia troppo tardi?
RECENSIONE
Sangue freddo è il quinto libro della serie con protagonista Erika Foster. Facendo parte di una serie ed essendo il primo libro di Robert Bryndza che leggo, credo di essermi persa alcuni passaggi importanti della vita di Erika Foster e la sua evoluzione come personaggio.
In questo libro, Erika Foster deve affrontare un caso molto complicato. Sulle rive del Tamigi, viene ritrovato il corpo martoriato di un ragazzo, fatto a pezzi e chiuso all’interno di una valigia. Qualche settimana prima, in una valigia identica, viene ritrovato il corpo di una ragazza. Erika Foster ha davanti a sé scene macabre e brutali, accomunate dalla presenza di un serial killer dal “sangue freddo”! Erika deve mettere insieme tutti i pezzi del puzzle per riuscire a trovare il colpevole, prima che sia tardi.
Una cosa che mi ha sorpreso di questo libro è che sin da subito viene raccontata un’altra storia, una storia profonda e molto tormentata, che all’inizio sembra distaccata dal resto, ma naturalmente non lo è 😛 mi ha sorpreso perché non si trova spesso questo tipo di narrazione, questa strutturazione del romanzo, in cui il punto di vista diverso da quello della “giustizia” viene presentato raccontando una storia di sofferenza, di dolore, di abbandono e solitudine. Robert Bryndza ci mostra la parte più disperata della persona, che può arrivare a fare determinate scelte spinto da un rancore, da una ferita aperta, dal desiderio di non rimanere soli ed essere amati. Non voglio dilungarmi, perché rischio di rivelare troppo del libro, quindi mi fermo qui su questo punto, sperando che ciò che ho scritto possa accrescere la vostra curiosità.
Uno stile di scrittura quindi sicuramente particolare, semplice e scorrevole, in cui si mettono in evidenza i risvolti psicologici di un determinato comportamento, le motivazioni più nascoste. Ma ciò che colpisce è che Bryndza approfondisce anche la vita privata dei suoi personaggi, raccontando anche gli aspetti più romantici e teneri della loro vita.
Erika Foster non è solo una detective, ma anche una donna, una zia, una sorella, una collega, un’amica, una compagna, un personaggio che conosciamo in ogni suo aspetto: sul lavoro, nella vita privata, in famiglia. E questo avviene anche per gli altri personaggi del racconto, di cui conosciamo, in maniera diversa, aspetti della loro vita personale.
Se da una parte, questo arricchisce la conoscenza dei personaggi da parte del lettore, alcune volte credo che l’autore si dilunghi molto in descrizioni o raccontando degli avvenimenti poco importanti. Avrei infatti tolto alcune parti per rendere più scorrevole il libro stesso.
Probabilmente, con la lettura dei precedenti libri della serie si riuscirebbe a capire meglio determinati passaggi, ma questo non posso confermarlo. Sicuramente, riusciremmo a individuare l’evoluzione del personaggio di Erika Foster, che, si intuisce nel corso della lettura, ha dovuto affrontare delle situazioni pericolose e intense dal punto di vista emotivo, che l’hanno cambiata.
Però, nonostante alcune parte troppo lunghe, il libro è interessante e coinvolgente, mantiene viva l’attenzione, soprattutto per la presenza di capitoli brevi e la presenza di colpi di scena avvincenti.
In conclusione, consiglio Sangue freddo di Robert Bryndza? Assolutamente si!
Vi consiglio però di iniziare dal primo della serie, per poi giungere a questo quinto libro, per seguire la vita della detective Foster.
La serie è così composta: La donna di ghiaccio, La vittima perfetta, La ragazza nell’acqua, Ultimo respiro e Sangue freddo.
Un ringraziamento alla Newton Compton Editori per la copia digitale del libro e il blog Tre Gatte tra i libri per l’organizzazione del Review Tour.