Il libro che approfondiremo oggi è UNA STORIA BUIA di Ivan Collura della Ode Edizioni. (la nostra recensione QUI)
Il principale tema del libro “Una storia buia” è lo spaccio di droga.
La droga è una piaga sociale: ormai molti individui fanno uso di sostanze psicotrope e stupefacenti ma ancora più grave è il consumo tra i giovanissimi, che allarma e fa riflettere sul fenomeno che ormai dilaga a macchia d’olio.
Con il termine «droga» si intende una sostanza naturale o artificiale, che allerta lo stato psicofisico di una persona, provocando allucinazioni, eccitazione, ebbrezza. Spesso si usa anche l’espressione «stupefacenti» per indicare sostanze in grado di alterare le percezioni.
La persona tossicodipendente avverte la necessità irrefrenabile e frequente di assumere droga, nonostante il danno fisico, psicologico, affettivo, emotivo o sociale che tale assunzione può comportargli come conseguenza. Una delle caratteristiche delle sostanze stupefacenti è quella di provocare, nell’individuo che le assume, una condizione di dipendenza fisica o di dipendenza psichica. Nel primo caso si parla dei processi di “assuefazione”, “tolleranza” e “astinenza”, per cui il fisico modifica il suo equilibrio in base all’assunzione della sostanza, ne richiede una quantità sempre maggiore per mantenerne gli effetti, e provoca sintomi legati ad astinenza nei momenti in cui se ne sospende l’assunzione. Nel caso della dipendenza psichica, subentra un bisogno psicologico di assumere continuativamente la sostanza, in quanto associata ad uno stato di benessere, rilassamento, autostima, fiducia in se stesso e assenza di ansia. E’ importante fare una distinzione tra “abuso” e “consumo” di sostanze. L’abuso di una sostanza è legato a bisogni profondi, ad un equilibrio psicologico ed esistenziale, in cui il rapporto esclusivo con la sostanza e gli effetti che produce, conducono ad un coinvolgimento totale della persona. Il consumo, invece, è spesso legato alla curiosità, alla ricerca di nuove forme di piacere, alla moda, alla voglia di sperimentare gli effetti e di fare esperienze, Capire le motivazioni della persona aiuta a spiegare il motivo per cui la persona assume droga. Le cause dell’abuso e della dipendenza, e la gravità del quadro patologico variano a seconda del tipo di sostanza usata, del dosaggio e durata dell’assunzione, della personalità di chi l’assume e delle circostanze in cui tale sostanza viene consumata.
Al di là delle cause che spingono ad avvicinarsi al consumo di queste sostanze a preoccupare è anche il commercio di droghe leggere e pesanti, fatto dagli stessi consumatori.
La legge italiana, come quella di altri paesi occidentali, prevede pene molto severe per chi produce e vende droga, ma sembra molto difficile individuare i grossi trafficanti, legati alla mafia e ai centri di potere internazionali. Esistono potenti organizzazioni che acquistano da vari paesi del Terzo Mondo le materie prime con cui viene fabbricata la droga.
È davvero difficile individuare chi sta alla base di questa rete, più facile invece scoprire chi spaccia a livello locale, nelle piazze. Rimane il fatto che questi piccoli pesci non sono altro che pedine nelle sporche mani di coloro che detengono il potere dell’acquisto e dello smistamento delle sostanze illegali, sono questi ultimi a subire i controlli dello Stato che non arriva quasi mai al pesce più grosso, soprattutto per il fatto che nel mondo della droga vige l’omertà e il terrore ed è raro che qualcuno sporga denunce. In più, bisogna tenere conto che uscire dal “giro” è quasi impossibile perché le minacce e le percosse sono il giusto pegno da pagare.
Questa piaga sociale, per quanto sia sempre di una attualità disarmante, spesso viene accantonata, per poi esplodere a cicli, forse anche perché oggi di droga si muore di meno ma si consuma molto di più, e soprattutto l’Italia investe poco e male sui programmi di prevenzione.
Il problema della droga continua a peggiorare inesorabilmente di anno in anno. I cartelli internazionali della droga stanno adottando una strategia sempre più aggressiva ed espansionistica nell’invadere nuovi mercati con nuove droghe, con schemi di distribuzione in continua evoluzione e con un’abilità sempre più spiccata nell’occultare e trasferire i proventi dei loro traffici. Sempre più spesso si assiste a forme di collaborazione tra i cartelli della droga e gruppi terroristici, che utilizzano gli stupefacenti per procurarsi le armi. Tuttavia, mentre la criminalità da strada può continuare ad apparire una minaccia più evidente per la nostra sicurezza quotidiana, è il costante aumento del potere delle grosse organizzazioni criminali che alimentano la crescita del narcotraffico che rappresentano la più grave minaccia del nostro tempo. Il commercio internazionale degli stupefacenti è altamente organizzato. I trafficanti possono assumere i migliori cervelli nei settori giuridico, finanziario, logistico e chimico. Si avvalgono delle attrezzature e delle tecnologie più avanzate per produrre, trasportare e distribuire la droga e per facilitare il riciclaggio dei proventi di tali traffici. I maggiori narcotrafficanti sono ora in grado di gestire e finanziare tutte le loro operazioni senza giungere mai in contatto con gli stupefacenti e in molti casi vivono, grazie alle comunicazioni via satellite, su yacht o in paesi in cui non possono essere raggiunti dalla giustizia. Essi rimangono impuniti in quanto non possono essere quasi mai essere implicati in casi specifici di contrabbando di droga, oppure, qualora lo siano, è impossibile dimostrare la loro colpevolezza. Grazie alle loro fortune illimitate i baroni della droga possono assicurarsi l’impunità oppure, nel caso tale protezione non sia possibile, possono ricorrere alla violenza per eliminare testimoni d’accusa. Per quanto riguarda le forze dell’ordine, nella lotta contro la droga si riscontra una cooperazione tra polizia e autorità doganali molto più efficace rispetto a dieci o anche cinque anni fa. Tuttavia esse dispongono di attrezzature ancora inadeguate e non hanno uomini sufficienti.
In definitiva, contribuendo a formare per i giovani un “ambiente” adatto in cui ciascuno si trovi a suo agio con sé e con gli altri e possa esprimersi senza bisogno o tentazioni di ricorrere a quel “surrogato di vita” che è la droga. A più voci si chiede la depenalizzazione del consumo di droghe o l’uso delle stesse sotto un severo controllo dello Stato e l’incremento della lotta contro il narcotraffico internazionale, colpendo la criminalità che l’accompagna soprattutto nei suoi interessi finanziari.