Titolo: Il predatore di anime
Autore: Vito Franchini
Casa Editrice: Giunti Editore
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 396
TRAMA
Mi chiamo Sabrina Mondello, sono una poliziotta. Oggi per me è un giorno di quelli che non si dimenticano. Ho appena arrestato l’uno più importante della mia vita, colui che mi ha spiegato che l’amore è solo una parola di cinque lettere.
Giovane e determinata, Sabina, funzionario di Polizia a Roma, indaga su un caso di omicidio-suicidio tra coniugi che non sembra rivelare troppe sorprese. Finché i sospetti non ricadono su un uomo con cui le vittime hanno avuto contatti telefonici il giorno della morte: il misterioso Nardo Baggio, sedicente terapeuta Shiatsu. Profondamente colpita da quest’uomo ambiguo e magnetico, Sabina scoprirà di lì a poco la sua reale attività: dare supporto alle donne vittime di stalking, soprattutto coloro che le istituzioni non riescono a tutelare. La poliziotta non si aspetta certo di dover ricorrere lei stessa al suo aiuto: qualcuno infatti ha iniziato a perseguitarla. Così toccherà con mano i metodi di Nardo, che vanno ben oltre ciò che un poliziotto potrebbe mai fare. Ma può davvero fidarsi?
RECENSIONE
Il predatore di anime è il libro di esordio di Vito Franchini
Inizia con un caso di omicidio – suicidio. A capo delle indagini è Sabina, funzionario della polizia di Roma, e, dalle indagini, l’unico sospettato è un uomo, con cui entrambe le vittime hanno avuto contatti telefonici il giorno della morte: Nardo Baggio, un uomo enigmatico e magnetico, che dà supporto alle vittime di stalking, con metodi poco convenzionali. La poliziotta rimane, anch’essa, affascinata da questo personaggi così misterioso e, quando anche lei è vittima di minacce, si rivolge a lui per venire a capo della situazione.
Il libro viene presentato come un thriller. Ma, purtroppo, non ho trovato le caratteristiche di un thriller in questo libro. Non so neanche come definirlo, perché la trama è molto confusionaria, passa da un argomento all’altro, da una situazione all’altra. E’ un mix tra poliziesco, romanzo erotico e saggio di antropologia.
Relativamente a questo punto, nel libro sono inserite riflessioni antropologiche, un campo di cui l’autore è appassionato, molto interessanti da un punto di vista culturale, ma che occupano molte pagine del libro, spostando l’attenzione dall’argomento principale. Infatti, lo stile di scrittura è, a volte, molto ridondante, molto ricercato e prolisso. Ho avuto molta difficoltà ad arrivare all’ultima pagina del libro. Un altro punto debole è che non si riesce ad immedesimarsi né nelle scene descritte, né nei personaggi.
I personaggi principali sono due: Sabina, funzionario di polizia di Roma, sembra una poliziotta poco attenta nel suo lavoro, superficiale e poco professionale; Nardo Baggio, uomo misterioso e magnetico agli occhi da Sabina, ma a me è sembrato manipolatore e un approfittatore. Due personaggi che non si fanno amare e non ci si può identificare in nessuno di essi. Il lettore è estraneo a tutto.
Un aspetto positivo è che l’autore parla di episodi di stalking, che prendono spunto da fatti reamente accaduti. E sottolinea, soprattutto, come, a volte, le Istituzioni non riescono a proteggere e tutelare le vittime di questi episodi.
A parte questa tematica molto importante e seria, il libro non ha trovato il mio gusto, né nella trama e né nello stile di scrittura.
Ringraziamo la “Libreria Laruffa” di Reggio Calabria per la copia del libro.