Titolo: Il mio cuore cattivo
Autore: Wulf Dorn
Casa Editrice: Corbaccio
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 347
TRAMA
C’è un vuoto nella memoria di Dorothea. Quella sera voleva uscire a tutti i costi ma i suoi l’avevano costretta a fare la babysitter al fratello minore mentre loro erano a teatro. Ricorda che lui non ne voleva sapere di dormire e urlava come un pazzo. Ricorda una telefonata che l’aveva sconvolta, ricorda di aver perso la testa, e poi più niente. Più niente fino agli occhi sbarrati del fratellino, senza più vita.
C’è un abisso in quel vuoto di memoria, un abisso che parole come «arresto cardiaco» non riescono a colmare. Perché la verità è che lei non sa cosa ha fatto in quel vuoto. Ma sa che sarebbe stata capace di tutto… Solo adesso, dopo mesi di ospedale psichiatrico, di terapie, di psicologi, ha raggiunto faticosamente un equilibrio precario. Ha cambiato casa, scuola, città: si aggrappa alla speranza di una vita normale.
Ma una notte vede in giardino un ragazzo terrorizzato che le chiede aiuto e poi scompare senza lasciare traccia. E quando, dopo qualche giorno, Dorothea scopre l’identità del ragazzo e viene a sapere che in realtà lui si sarebbe suicidato prima del loro incontro, le sembra di impazzire di nuovo.
I fantasmi del passato si uniscono a quelli del presente precipitandola in un incubo atroce in cui non capisce di chi si può fidare, e in cui la sua peggiore nemica potrebbe rivelarsi propri lei stessa…
RECENSIONE
Quando ho iniziato a leggere questo libro, mi aspettavo una storia diversa, una storia più cruenta, cruda, ma invece mi ha sorpreso perché è andata aldilà delle mie aspettative, facendomi immergere nella lettura con la curiosità di scoprire il seguito. Infatti ho finito il libro in un solo giorno.
La protagonista è Dorothea, per gli amici Doro, un’adolescente che ha vissuto un trauma legato alla morte del fratellino Kai, che le ha provocato un’amnesia della notte in cui è avvenuto l’accaduto.
I fatti narrati si svolgono 14 mesi dopo l’evento traumatico, dopo un ricovero per Doro in un reparto di psichiatria e terapie specifiche per tenere a bada le sue allucinazioni. Doro è costretta a cambiare casa e città e sperare, adesso, di vivere una vita normale. Ma in notte incontra un ragazzo spaventato e malconcio nel suo capammo, che subito dopo scompare.
Da lì inizia, per Doro, l’incubo. Una continua lotta tra ciò che è reale e ciò che è frutto della sua mente, fino a riconoscere la parte più profonda di se stessa: il suo cuore cattivo.
Con Doro, viviamo i suoi incubi, i ricordi che affiorano, ci immergiamo nel labirinto che è la mente. Wulf Dorn ha la grande capacità di raccontare i fatti facendoti dubitare subito dopo di quello che leggiamo. Non si riesce a distinguere ciò che è reale e ciò che non lo è. Questo rende il romanzo interessante, pieno di colpi di scena, che lasciano in lettore sempre all’erta.
Il romanzo ha un ritmo incalzante e ipnotico, che si legge tutto d’un fiato.
A conclusione troviamo un poscritto dell’autore, in cui Wulf Dorn rivela che i personaggi sono inventati, mentre alcuni eventi sono ispirati a fatti realmente accaduti, notizie di eventi spaventosi.
“Ognuno di noi è tentato ogni tanto dalla malvagità: è umano che accada. Ma finché ci si limita a pensarlo non c’è niente di male…Malvagi, cattivi siamo solo quando facciamo deliberatamente cose che danneggiano il prossimo”.