Titolo: Il diritto di contare
Autore: Margot Lee Shetterly
Casa editrice: HarperCollins
Genere: Biografia
Anno di pubblicazione: 2018
Pagine: 398
TRAMA:
È il 1961: Katherine Johnson, genio della matematica, Dorothy Vaughn, aspirante ingegnere e Mary Jackson, informatica, vengono assunte alla NASA, dove si lavora per inviare l’uomo nello spazio. Ma le tre donne sono di colore e in Virginia vige ancora la discriminazione razziale: uffici, toilette, mense, bus sono rigorosamente separati. Per loro non sarà facile affermare la loro professionalità, dovranno affrontare con coraggio ingiustizie e disuguaglianze.
RECENSIONE:
Il diritto di contare è tratto da una storia vera, narra infatti delle vicende storiche della NASA, che hanno portato gli Stati uniti d’america a metter piede sulla Luna. Il tutto avviene quando nel paese vige un forte clima di razzismo e le protagoniste del romanzo sono costrette a convivere con questa realtà. In America, nel 1943, al responsabile del personale del Langley Memorial Aeronautical Laboratory, giunge un telegramma nel quale si richiedevano urgentemente fisici e matematici, aiuti calcolatrici, apprendisti di laboratorio, aiuti apprendisti e stenodattilografe.
Si candidarono a questo lavoro, un gruppo di donne nere: Dorothy Vaughan, Mary Jackson, Katherine Johnson e Christine Darden; donne che insegnavano matematica e fisica nelle scuole “per neri”. Furono chiamate in servizio a causa della carenza di personale maschile, occupato sul terreno di guerra.
Donne decise e determinate che non si lasciano spaventare dalla normativa che vige nel Paese la quale le vorrebbe vedere solo come delle casalinghe tutte casa e chiesa. Sono matematiche e, all’interno della Nasa, hanno il compito di supervisionare i conti e calcolare le traiettorie dei satelliti e dei missili che vengono lanciati nello spazio e per queste incredibili doti vengono soprannominate “calcolatrici umane”.
Donne che lavoravano sodo, molto spesso, senza ricevere nessuna gratifica, ma anzi, vedendo i loro superiori prendersi il merito per qualcosa che loro avevano svolto. Dopotutto, come qualcuno era solito dire, erano donne…
“Il lavoro della maggior parte delle donne, […], era anonimo. persino se lavoravano a stretto contatto con un ingegnere sul contenuto di una relazione era raro che le matematiche vedessero apparire il proprio nome sulla pubblicazione finale. Perché mai avrebbero dovuto nutrire il loro stesso desiderio di riconoscimento?, si chiedeva la maggior parte degli ingegneri. Erano donne, dopotutto. “
Dorothy Vaughan, Mary Jackson, Katherine Johnson e Christine Darden i nomi delle protagoniste del libro di Shetterly, matematiche e fisiche erano consapevoli della differenza razziale e del clima ostile che avrebbero trovato, ma grazie alla loro forza e determinazione sono state in grado di superare tutto. Non pensavano minimamente di diventare le donne che avrebbero guidato l’America verso la vittoria e a divenire una delle massime potenze.
La loro vittoria? Dopo aver affrontato il sessismo e il razzismo, hanno finalmente avuto l’opportunità di poter mettere in pratica il frutto dei loro studi e mostrare la loro preparazione altissima. Pur frenate dagli allora esistenti divieti di “mescolarsi” con le colleghe bianche per via della segregazione razziale, dal loro posto di lavoro, il loro supporto si rivelò fondamentale per permettere agli USA di raggiungere quell’obiettivo nella corsa alla conquista dello spazio.
Ci sono storie che davvero vale la pena ricordare e questa è senz’altro una di quelle, ispirata ai veri racconti delle scienziate, alcune delle quali conosciute personalmente dall’autrice, perché contro le discriminazioni razziali e i pregiudizi, un vero inno ai diritti civili.
Emozionante la trama, fantastiche le tre protagoniste, incredibile pensare di immedesimarsi con la realtà dell’epoca dove le donne e in più di colore erano considerate di serie B. Che soddisfazione seguire il loro riscatto nella società e ricerca scientifica con coraggio e competenza senza aggressività. Semplicemente grazie alla loro grinta e intelligenza.
Ho visto il film ed ho pensato che nel libro avrei trovato più notizie : in effetti così é stato, anche se non mi aspettavo un libro così documentato. Chi ama i libri scorrevoli ne sarà deluso , ma chi lo prende come un libro di saggistica troverà molti spunti di riflessione , soprattutto sulle donne e sulla faticosa conquista di diritti sociali e lavorativi.
I meriti del libro – che non è un romanzo – si fermano qui. La scrittura del racconto è documentaristica, approssimativa, confusa, ridondante. Trecento e più pagine che si perdono in dettagli che non fanno storia, e con una storia senza “pathos”, affollata da decine di nomi e di sigle che allontanano il lettore dai protagonisti silenziosi di una storia eccezionale.
Un libro che sono stata contenta di leggere per conoscere una storia che merita di essere letta e conosciuta, però questa autrice non ha il dono della scrittura, una caos di parole, immagini e notizie.
A tal proposito posso solo dirvi che la storia vale la pena conoscerla e quindi anche lo stesso film può andare più che bene, per chi invece fosse più predisposto ad una lettura decisamente pesante e ricca di dettagli minuziosi, spesso incomprensibili se non si è del settore, consiglio caldamente questo libro perché saprà saziare la vostra fame di conoscenza.
Ripeto, per me, la storia è stata qualcosa di meraviglioso, ma se devo attenermi al libro, come ho già detto l’ho trovato molto lento e dispersivo. In ogni caso, come sempre vi auguro una buona lettura!