Titolo: Il conte di Montecristo
Autore: Alexandre Dumas
Casa editrice: BUR edizioni
Genere: Classico
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 1249
TRAMA
Quattordici anni di prigionia per immaginare la propria vendetta, dieci anni per metterla in pratica: Edmond Dantès è disposto a tutto per vendicarsi di chi l’ha ingiustamente accusato, condannandolo alla galera e facendogli perdere reputazioni, famiglia e successo. Dopo un’avventurosa evasione dal castello d’If, Dantès adotta il titolo e la falsa identità di Conte di Montecristo; escogita audaci stratagemmi e molteplici travestimenti per annientare i propri avversari, in un delirio d’onnipotenza che terminerà in un drammatico confronto con la coscienza e il perdono. Fra avvelenamenti e rapimenti, scambi d’identità e tesori sepolti e ritrovati, Alexandre Dumas cattura i lettori oggi come ieri, e li tiene incollati a un classico della letteratura appassionante come un feuilleton, qui presentato nella nuova traduzione di Guido Paduano.
RECENSIONE
Erano diversi anni che volevo leggere il conte di Montecristo, non so perché, ma sentivo una forza in questo libro che mi attraeva, sembrava che una voce mi chiamasse … continuavo inoltre a leggere sempre ottime recensioni , ma allo stesso tempo però una forza avversa mi respingeva….. erano le 1249 pagine .
Quelle stesse 1249 pagine che una volta iniziate, avrei voluto non finissero mai.
Quelle 1249 pagine, mi hanno fatto ridere, piangere, mi hanno tolto (alcune notti )il sonno, mi hanno attaccato a quel libro, come pochi hanno fatto!
Se ci si può innamorare di un libro, io mi sono innamorata de “Il conte di Montecristo”; quando ho letto l’ultima pagina, ho sentito come se mi stesse abbandonando un caro amico, mi ha lasciato un vuoto dentro. Strano a dirsi, ma da allora non ho ancora ripreso un libro…
L’autore Alexandre Dumas, in questo capolavoro, che si svolge tra il 1815 e il 1838, ambientato per lo più tra Francia e Italia, ci narra di Edmondo Dantes, un marinaio diciannovenne appena promosso a capitano, figlio amato e devoto del suo anziano padre, fidanzato con la bellissima Mercedes, un uomo appagato e felice , tanto da suscitare invidia in Danglars, che lavora con lui in mare e che ambisce al suo posto da capitano, in Fernando, cugino della bella Mercedes della quale è follemente innamorato e in Calderousse vicino di casa di Dantes padre, che è un po’ invidioso di tutto, sono loro tre che architettano un piano per far incriminare Edmondo di bonapartismo.
Il povero Dantes si ritrova cosi davanti al sostituto procuratore Villefort , il quale riconosce subito la sua innocenza ma per ambizione ed egoismo decide comunque di farlo arrestare e di trasferirlo nel castello D’If, una fortezza costruita su un isolotto, nel quale l’innocente Edmondo ci trascorrerà ben 14 anni.
Sono anni difficili, in cui Edmondo non si dà pace, non riesce a capire perché è stato arrestato, vorrebbe sapere come sta suo padre, cosa fa la sua Mercedes….si sente solo, sta per impazzire, se non fosse che, proprio quando pensa di farla finita incontra l’abate Faria, uno scienziato, un chimico, un maestro, un prigioniero che da anni sta tentando di scavare un tunnel per cercare di evadere, ma sbagliando strada, si trova proprio nella cella di Edmondo.
Tra i due nasce una grande amicizia, diventano come padre e figlio. Faria lo istruisce, gli trasmette tutto il suo sapere, lo rende colto, in più grazie al suo ingegno riesce a risalire ai traditori che lo hanno fatto arrestare.
Insieme tentano di scavare un tunnel per fuggire , purtroppo però l’impresa diventa impossibile poiché Faria è anziano e malato e quando capisce che sta per morire svela ad Edmondo il nascondiglio di un’enorme tesoro che si trova sull’isola di Montecristo.
Faria muore e Dantes trova finalmente il modo di evadere.
- TEMPO E SPERANZA
Nasce cosi il conte di Montecristo e con lui, molteplici identità.
Ora è diventato un uomo freddo, calcolatore, enormemente ricco, pieno di odio e di rancore, conoscitore di lingue, di scienze, di chimica, che vive per riuscire a vendicarsi di chi gli ha portato via 14 anni della sua vita, l’amore della sua fidanzata e gli ultimi giorni di vita di suo padre.
Ma riuscirà la vendetta a restituirgli la pace? dopo essersi vendicato ritorneranno quegli anni persi? Ritroverà più i suoi affetti?
Purtroppo la sete di vendetta di Montecristo non colpirà solo i suoi nemici , ed è proprio quando le vittime saranno degli innocenti, che le certezze del conte vacilleranno. Comprendendo che é andato oltre , che nessun uomo si può sostituire a Dio, rinascerà nuovamente, ritornerà al castello d’If dove tutto ha avuto inizio e riuscirà infine anche a perdonare.
Per poi ripartire per sempre….. senza farci sapere dove andrà e chi sarà.
Questo romanzo è impossibile, per me, da riassumere, da classificare, ha come Edmondo, tante facce, diverse vite, c’è l’amore, l’amicizia, il tradimento, l’invidia, è a tratti divertente come drammatico, è intricato e intrigante, una matassa che non vedi l’ora di sbrogliare pagina dopo pagina.
Non credo che il Conte di Montecristo possa lasciare indifferenti, o si odia o si ama, io come si è capito l’ho amato.
“Solo chi ha provato l’estremo dolore può gustare la suprema felicità. Bisognava avere bramato la morte, per sapere quale bene è vivere. Vivete dunque e siate felici, figli amati del mio cuore, e non dimenticate mai che fino al giorno che Dio si degnerà di svelare all’uomo il futuro, tutta la saggezza umana sarà riposta in queste due parole : “ASPETTARE E SPERARE”