Titolo: Centoventotto
Autore: Andrea Mafessoni
Casa editrice: 0111 edizioni
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 190
TRAMA
Riccardo Senna, conosciuto da tutti come Rick, è un giovane ingegnere informatico: vive a Milano, lavora alla Mirror e apprezza il calcolo binario più di quanto non apprezzi le persone. La sua vita subirà una profonda scossa in seguito alla misteriosa morte di Claudio Moneta, dirigente della Mirror, assassinato a sangue freddo nella propria abitazione. Coinvolto dall’affascinante Virginia, amica della vittima desiderosa di fare luce sulla vicenda, Rick si ritroverà infatti a indagare sull’omicidio, alla ricerca della speciale lente a contatto che l’uomo indossava al momento della morte: un sofisticato prototipo tecnologico prodotto dall’azienda che potrebbe aver registrato l’identità dell’aggressore. In un clima di crescente tensione, sotto l’opprimente sole estivo di Milano, i due si ritroveranno ben presto immischiati in una vicenda più grande di loro, nel tentativo di svelare le trame di un mistero che sembra affondare le proprie radici negli alti vertici dell’azienda.
RECENSIONE
Centoventotto è il libro di esordio di Andrea Mafessoni. Il protagonista è Riccardo, Rick per gli amici, che lavora presso un’azienda informatica molto importante: la Mirror.
La Mirror sta lavorando a un progetto nuovo la Lens, una lente che ha la capacità di registrare tutto ciò che si vede attraverso un movimento delle palpebre. Un giorno però uno dei dirigenti della Mirror, Claudio Moneta, viene trovato morto in casa, colpito da tre colpi di pistola. Si ritiene che sia proprio per questo progetto della Lens che Claudio è stato ucciso e che il colpevole si celi dietro a uno degli altri dirigenti dell’Azienda.
Riccardo e Virginia, un’altra dirigente dell’azienda, decidono quindi di investigare e aiutare, così, la polizia nella ricerca del colpevole.
Un punto da cui iniziare è la Lens che Claudio indossava al momento della sua morte e che, si pensa, abbia registrato l’accaduto e quindi il volto dell’assassino. Ma è solo l’inizio. Molte cose devono essere ancora scoperte, molti tasselli devono tornare al loro posto.
Partiamo dal protagonista. Riccardo è un ingegnere informatico, lavora all’interno della Mirror e al progetto della Lens. Dal suo punto di vista viene narrata la storia; conosciamo, quindi, tutti i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue paranoie. Senza amici, senza legami, Riccardo è tutto dedito al suo lavoro, che adora.
Sicuramente Centoventotto è un thriller abbastanza particolare con uno stile di scrittura altrettanto interessante. Tanti i riferimenti informatici, in cui non voglio addentrarmi perché non sono di mia competenza, ma che nel libro sono ben spiegati, ben dettagliati proprio per dare anche una certa concretezza al libro.
Qui ritorniamo allo stile di scrittura: da una parte tecnico, non solo per i tanti aspetti informatici, ma anche per il classico ragionare da ingegnere: una tendenza ad analizzare tutto quello che succede nella maniera più scientifica possibile. Per esempio: un colpo di pistola porta con sé dei ragionamenti su come funziona la pistola in sé e come avviene il colpo e come si dirige verso il bersaglio.
Dicevo, uno stile di scrittura abbastanza tecnico e schematico da una parte, ma dall’altra intelligente, ironico, a volte cinico, in cui un pensiero stimola un altro pensiero automatico, parti che non sono propriamente fondamentali per la storia ma che ci fanno capire chi è Riccardo e il suo modo di ragionare. Uno stile di scrittura quindi che ho adorato, perché dà quel tocco in più al romanzo che lo fa diventare veramente vincente.
Un’altra cosa che ho adorato di questo thriller è il finale, veramente inaspettato. Io non sono molto brava ad indovinare il finale, ma comunque questo non sarebbe stato tra le mie opzioni… un finale veramente sorprendente, che non ti aspetti.
Un finale in cui tutto viene motivato, tutti i nodi si sciolgono, tutti i dubbi del lettore hanno una risposta.
Per questo stile di scrittura particolare e affascinante e per il finale inaspettato, consiglio questo thriller e faccio i complimenti all’autore perché ha veramente un grande talento e questo libro ne è la prova.