Titolo: 105×68 non è solo un gioco
Autore: Simone Toma
Casa editrice: Dialoghi editore
Genere: Narrativa italiana/contemporanea
Anno di pubblicazione: 2023
Pagine: 76
TRAMA
Questa è un’opera intima, personale. Parla del modo viscerale che l’autore e la sua famiglia hanno di intendere il calcio e il tifo in generale, con l’ausilio di aneddoti racchiusi in più di vent’anni di partite seguite sugli spalti o sul divano di casa. Parla di familiarità e di comunione, seguendo e sostenendo i colori amaranto della Reggina, affrontando le tematiche della distanza e del distacco dalla propria terra d’origine fino ai riti e alle convinzioni del tifoso medio. Dell’importanza della routine di certe azioni e dei meccanismi che si innescano con chi ci sta intorno, oltre che dei legami che nascono attraverso questi colori sociali sportivi.
RECENSIONE
Leggere questo libro è stato molto importante per me, perché ho potuto vivere quello che vedo ogni volta che gioca la Reggina dal balcone di casa mia, ma con occhi e soprattutto con emozioni diverse. Ed ecco perché è stato importante per me, prima di leggerlo non avevo assolutamente idea che parlasse della squadra di calcio della mia città, è stata una piacevole sorpresa! Oltretutto abitando di fronte lo stadio ho potuto capire alla perfezione le parole dell’autore.
Non sono una tifosa accanita, capisco il gioco, mi piace guardarlo ma finisce lì…ma dico che ho vissuto tutto quello riportato nel libro per il semplice fatto di aver in casa un tifoso accanito…. Ahimè però devo dare all’autore una triste notizia, mio padre (il tifoso accanito) non vede il colore amaranto bensì giallo e rosso, eh sì, essendo di lì non poteva assolutamente non tifare che per il Catanzaro.
Leggere questa storia è stato davvero molto piacevole, mi son rivista nella parte in cui si racconta di come il padre tramanda al figlio la passione per il calcio… e anche se io non sono una tifosa accanita, mio padre mi ha insegnato tutto, ricordo ancora quella volta in cui cercava di spiegarmi il fuorigioco ed era disperato perché non riuscivo a capirlo, perché per me l’azione poteva continuare, colpa dell’altra squadra che non correva veloce ahahah ; ho rivisto mio padre e i riti scaramantici, anche se devo essere onesta, non raggiunge i livelli di scaramanzia narrati nel libro. Ad ogni partita descritta ho visto le attese per entrare allo stadio, le centinaia di persone nel piazzale, i cori dei tifosi, le urla di gioia, i bambini con i propri genitori, lo speaker, l’inno a mille!
Il seguito che questa squadra ha è palpabile, tanto da cambiare l’umore della città. Se gioca quel pomeriggio lo si capisce proprio dal fermento della città stessa, è come se ci fosse qualcosa nell’aria!
E se lo percepisco io, non oso immaginare cosa provi chi la segue con più dedizione e passione.
Probabilmente chi non è appassionato di uno sport non riesce a capire al 100% il tifoso, però posso assicurarvi che la tifoseria (SANA) è molto bella e soprattutto coinvolgente.
Il libro anche se piccolino, è scritto molto bene, un linguaggio semplice, lineare, incalzante e coinvolgente. La narrazione ha un ottimo ritmo, non risulta mai troppo lenta o noiosa, tanto che credo che chiunque possa leggerlo, non si deve essere per forza interessanti al calcio, tutt’altro. Il messaggio che l’autore vuole trasmettere è quello delle sane passioni che vengono tramandate dai nonni o dai genitori e che poi piano piano vengono coltivate e curate col tempo, e credo che non ci sia niente di più bello, specie se si ha qualcuno con cui condividerle.
Un libro davvero molto interessante e ben fatto, ma soprattutto che si è rivelato essere una piacevole sorpresa.
Assolutamente consigliato.
Buona lettura!