Titolo: Il problema è che ti penso
Autore: Paola Servente
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Genere: Romanzo rosa
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 288
TRAMA
La sfida: cento interminabili giorni… senza innamorarsi!
Discoteca con le amiche, lavoro come insegnante di educazione fisica, tanta pallavolo e uomini che non abbiano troppe pretese: ecco la vita perfetta secondo Martina De Marchi. Dopo anni un po’ burrascosi, che le hanno lasciato qualche ferita, le cose per lei sembrano finalmente andare per il verso giusto, specialmente ora che è stata scelta come coordinatrice di un prestigioso centro estivo. Certo, al momento dell’offerta, il dirigente scolastico si è ben guardato dal farle presente tutti i dettagli. Non le ha spiegato con chi dovrà collaborare… Perché il progetto prevede cento interminabili giorni da trascorrere, possibilmente senza litigare, insieme all’insopportabile Saverio Belli. Martina è spigliata, maliziosa e non disdegna espressioni colorite. Saverio è timido, gentile con tutti e i suoi modi sono impeccabili. Sono due perfetti opposti e la collaborazione forzata, lo sanno entrambi, non sarà facile. E, a complicare ulteriormente le cose, tra loro scocca una fastidiosa e inopportuna scintilla che, nonostante cerchino di ignorarla, non vuole saperne di spegnersi…
RECENSIONE
Posso affermare con molta sicurezza che Paola Servente rientra tra le mie autrici preferite.
Ho adorato il suo primo libro letto “Il problema è che mi piaci” (la nostra recensione QUI) e questo secondo “Il problema è che ti penso”, che può essere considerato una continuazione del primo libro, anche se i due libri possono essere letti separatamente, perché sono autoconclusivi.
“Il problema è che ti penso” parla di due personaggi, che ho incontrato già nel primo libro, in maniera marginale. In questo libro ho ritrovato lo stesso stile di scrittura del primo: scorrevole, romantico, a volte ironico e divertente, e si è manifestato principalmente attraverso il personaggio di Martina.
Martina De Marchi, professoressa di educazione fisica, è una donna che sa il fatto suo, maliziosa e provocatrice, ha sempre la battuta pronta. “Non ha filtri tra pensieri e parole”: una caratteristica che ho adorato di lei. Avrei voluto anche io, a volte, avere la risposta giusta per rispondere a tono alle provocazioni 😛
È stata vittima di una situazione abbastanza grave, forse più diffusa di quello che possa sembrare, e da ì non ha più fiducia né negli uomini e né nell’amore. A peggiorare le cose, il padre lascia lei e la madre per andare dietro a un’altra donna. Per Martina, queste saranno delle esperienze molto segnanti per la sua vita, che la porteranno a ricercare relazioni passeggere, senza impegno, passando da un ragazzo a un altro.
Il protagonista maschile è Saverio, insegnante di inglese, di padre inglese e madre italiana, insegna nella stessa scuola di Martina. Saverio, da perfetto inglese, è più impostato, posato, accondiscendente. Sembra quasi timido e impacciato, ma sa tirare fuori la grinta e sa difendere quello che ritiene giusto. E di lui ho adorato questo suo essere sempre elegante e discreto.
Due personaggi completamente diversi, il sole e la luna, due opposti che non possono che attrarsi.
Saverio e Martina non si sopportano, si detestano, per qualcosa successo un anno prima. E adesso si trovano a dover gestire il centro estivo organizzato dalla scuola in cui lavorano. Un centro estivo di lingua inglese e di sport e saranno proprio Saverio e Martina gli organizzatori principali. Per 100 giorni dovranno collaborare. Ci riusciranno?
Ne succederanno di tutti i colori. Ma oltre i battibecchi e situazioni compromettenti, questo libro lascia punti su cui riflettere. è questo che adoro di più di questi libri: oltre il divertimento e l’ironia, c’è sempre una base su cui riflettere, sula vita e sulle relazioni.
Per esempio, una delle principali riflessioni è scaturita dal rapporto di un anno prima di Saverio e Martina: una storia fatta di incomprensioni e di frasi non dette. E penso: se avessimo il coraggio di dire sempre quello che pensiamo, le cose sarebbero state più semplici. Molte situazioni potevano essere evitate; le incomprensioni non si sarebbero trasformate in “odio”, se fossimo stati più sinceri sia con noi stessi, che con gli altri.
Inoltre, riuscire a cambiare la nostra vita, avere più fiducia negli altri non è segno di debolezza, ma di maturità. È la nostra scelta per essere felici. Maturità non è essere irrimediabilmente ancorati a un’idea, ma essere consapevoli che ciò che abbiamo non basta più, abbiamo bisogno di altro.
Infine, un altro aspetto che mi è piaciuto del libro è l’accento su quanto sia importante essere un bravo insegnante, insegnante per vocazione. Insegnare non è trasmissione di nozioni, ma interessarsi a ciascuno studente nella sua individualità. Insegnare è prendersi cura. Siparietti scolastici che ho avuto la possibilità di apprezzare in “Il problema è che m piaci” e che ho molto apprezzato anche in questo secondo libro.
Due parole sul finale. Sarà sicuramente giudicato il finale più mieloso, sdolcinato e scontato del mondo, ma mi ha fatto veramente emozionare.
La situazione perfetta al momento perfetto. Non capita mai nella vita reale, quindi grazie all’autrice per averlo fatto capitare almeno nei libri.
Quindi per tutti questi motivi, vi consiglio questo bellissimo libro e… aspetto anche il terzo. Nei ringraziamenti, Paola Servente ha anticipato che scriverà una storia su due personaggi incontrati in questo secondo libro, senza svelare di più 😉 io ho fatto le mie supposizioni. Non vedo l’ora di vedere se erano corrette.