Titolo: L’età dell’innocenza
Autore: Edith Wharton
Casa editrice: Cranford Collection
Genere: Narrativa straniera/classico
Anno di pubblicazione: 2020
Pagine: 298
TRAMA
Uscito nel 1920, “L’età dell’innocenza” vale alla sua autrice, Edith Wharton, il premio Pulitzer: sarà la prima donna a vederselo assegnare. Il libro è una critica spietata alla convenzionalità dell’alta società newyorchese: una vera aristocrazia immobiliare in cui le famiglie sono le stesse da generazioni, le donne un ornamento e gli uomini non fanno nulla neppure quando fingono di andare in ufficio. I ricchi personaggi dell'”Età dell’innocenza” vivono tutti nello stesso quadrilatero di strade, e d’estate si spostano tutti quanti a Newport. Sono sempre insieme, sono privilegiati e severi al contempo, e non concepiscono l’esistenza di un mondo fuori dal loro. Il mondo, ovviamente, progredisce, cambia e rischia di lasciarli indietro. Ai cancelli della vecchia New York premono l’aristocrazia imprenditoriale e bancaria – i Morgan, i Lehman, i Guggenheim -, gli operai migrati dall’Europa e soprattutto stili di vita dinamici e aggressivi. Il protagonista del romanzo, Newland Archer, è un giovane raffinato che nella prima parte vediamo emanciparsi lentamente dai valori della vecchia New York ma che poi si trova costretto a sposare una donna che non ama assolutamente.
RECENSIONE
Leggere classici mi è sempre piaciuto, mi trasmettono emozioni uniche e insegnamenti profondi, trattando temi che all’epoca erano del tutto nuovi, e forse è proprio per questo loro modo, puro, di raccontare le cose, che mi piacciono tanto. Mi sono imbattuta per caso in questo titolo, è infatti il primo romanzo che leggo di Edith Wharton e sono rimasta piacevolmente colpita.
L’età dell’innocenza narra di un amore grande, mai soddisfatto perché distrutto dalle convenzioni sociali dell’epoca. Ci troviamo a New York, Newland Archer è un avvocato di successo, promesso sposo della dolcissima May. Madame Ellen Olenska è invece una giovane donna reduce di un infelice matrimonio con un conte polacco. Quest’ultima decide di tornare in America e di farsi accettare dai propri parenti americani bigotti ed ipocriti che l’hanno sempre vista come una forestiera sotto tutti i punti di vista, ma trova poi in Archer la persona che curerà i suoi interessi.
Ma quali sono gli interessi della giovane se non essere felice con un uomo che possa amarla? Archer, su pressione della famiglia di May, le consiglia di ritornare dal marito in Polonia. L’uomo, impaurito dall’affrontare un’attrazione sconvolgente, mai provata prima verso questa bellissima, ma misteriosa donna, è desideroso di sposarsi prima rispetto al tempo stabilito.
Col passare degli anni, imprigionato in un matrimonio ovvio e scontato, Newland vivrà momenti in cui si sentirà sopraffatto da un mondo penoso, schivo e pubblico, che da sempre è stato costretto ad accettare.
Cambiato e sopraffatto da nuove necessità, non gli resta che vivere sensazioni uniche, immerso in un desiderio inimmaginabile, smarrito nel proprio sogno d’ amore.
Ellen è riuscita, con la sua schietta semplicità, a farlo sentire convenzionale e morto e così Archer per la prima volta si ritrova faccia a faccia con lo spaventoso tema dell’ individualità, lei non somiglia a nessuna altra donna, lui a nessun altro uomo ed entrambi devono far fronte solo al loro giudizio.
Purtroppo convenzioni e rispettabilità riporteranno l’ ordine costituito, un silenzioso assenso nasconderà una verità nascosta ma conosciuta da tempo, tollerando l’ ipocrisia nella vita privata ma pretendendo limpida ed impeccabile onestà negli affari.
E il vecchio sistema newyorkese rivivrà, un sistema che toglie la vita, che teme lo scandalo più della malattia, che pone la decenza sopra il coraggio, mentre gli inviti a pranzo si accumulano e si fissano le date per i balli.
Un giorno, la città ed i tempi saranno cambiati e non resterà che guardarsi indietro, rimpiangendo il proprio passato, affrontando i ricordi di una vana esistenza.
“L’età dell’innocenza” è un libro che ricrea perfettamente lo stereotipo di una società fondata sull’apparenza, su maschere che celano quella verità sottesa che si percepisce ma che non può fiorire. Prende forma attraverso la voce di Ellen ma non può andare oltre. Olenska è il volto della donna moderna, indipendente, decisa e risoluta, emozionale, vivida. È una figura all’interno della quale è spontaneo immedesimarsi. Al contrario, Archer è colui che invita alla riflessione.
I personaggi del libro sono ben costruiti, credibili e affascinanti. May Welland è la dolce e remissiva moglie, ragazza perfetta e moglie adeguata alle richieste della società, alla quale è stato insegnato a compiacere il marito. Nella sua purezza e onestà offre a Newland l’opportunità di evadere dal matrimonio prima che questo venga celebrato, ma una volta sposata lo terrà stretto in tutti i modi in cui le è stato insegnato. Archer crede nel matrimonio ideale, in una buona carriera, anche se monotona e in una routine tranquilla e sedentaria. Ma l’amore che prova per la contessa è qualcosa a cui non è abituato tanto da indurlo a ripudiare tutti i suoi principi, pur di raggiungere quella felicità che crede di meritare. Ellen Olenska è una donna differente, capace di pensare con la sua testa, pronta ad affrontare l’intera società per difendere ciò in cui crede e le amicizie a cui tiene. Proprio per questo, incapace di dare un dolore a May, si accontenta di vivere un amore astratto, godendo della vicinanza di Newland senza poterlo avere.
È un romanzo molto impegnativo, caratterizzato da un linguaggio elegante e ricercato, a volte forse un po’ troppo difficile da comprendere. Lo stile è dolce e lineare, una lettura molto scorrevole e soprattutto molto interessante che mi ha tenuta letteralmente incollata alle pagine, forse un po’ troppe descrizioni che per alcuni potrebbero risultare troppo pesanti, ma nonostante tutto è una lettura che ho amato e che vale la pena di leggere. Insomma ve la consiglio e come sempre vi auguro BUONA LETTURA!